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#ReaCT2021: è online il 2° rapporto dell’Osservatorio sul radicalismo e il contrasto al terrorismo

In qualità di Direttore esecutivo dell’Osservatorio ReaCT, ho l’onore di presentare #ReaCT2021, il 2° Rapporto sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo.

Il rapporto, che offre una sintetica analisi sull’evoluzione delle ideologie radicali e della minaccia terroristica in linea con la direttiva dell’Unione Europea 2017/541 sul contrasto al terrorismo, si inserisce nel dibattito generale come utile contributo all’armonizzazione delle divergenze presenti tra gli Stati membri dell’UE in merito a ciò che debba essere riconosciuto e gestito come un “atto di terrorismo”.

L’Osservatorio ReaCT, prevalentemente concentrato sul fenomeno di matrice jihadista, non manca di studiare e analizzare le altre forme di terrorismo, di radicalizzazione ideologica e di devianza sociale violenta, così come le nuove “teorie cospirazioniste” che potrebbero sfociare in forme di violenta opposizione.

#ReaCT2021 raccoglie i contributi degli Autori che hanno sviluppato le loro valutazioni tenendo conto dei riflessi delle dinamiche sociali e conflittuali legate alla pandemia da Covid-19.

E proprio la pandemia sembrava aver messo il terrorismo in secondo piano quando, improvvisamente, l’ottobre del 2020 ha riproposto una minaccia che “sembrava” essere superata: tra i primi giorni di settembre e l’inizio di novembre si è dipanata una catena di eventi che ha evidenziato con chiarezza uno scenario drammatico e articolato. Sessanta giorni di paura che ci dicono che il terrorismo è ormai un fenomeno “normale” piuttosto che “eccezionale”, quale strumento del conflitto in corso e perdurante.

L’evoluzione del terrorismo jihadista europeo all’alba del 2021

Nel 2019 Europol ha registrato 119 tra attacchi di successo, sventati o fallimentari: di questi 56 sono attribuiti a gruppi etno-nazionalisti e separatisti, 26 a gruppi di estrema sinistra radicale e anarco-insurrezionalisti, 6 a gruppi di estrema destra; 24 sono quelli di natura jihadista, di cui 3 di successo e 4 fallimentari. Il database START InSight ha identificato invece 19 azioni terroristiche e azioni di violenza di matrice jihadista portate a termine nello stesso anno (contro le 7 di Europol), mentre il 2020 si è chiuso con 25 eventi.

Nel 2019 tutte le vittime di terrorismo in Europa sono il risultato di attacchi jihadisti: secondo i dati di Europol sarebbero 10 i morti e 26 i feriti (1 ferito in seguito a un attacco attribuito a gruppi di estrema destra). START InSight rivela un numero superiore di feriti, che sono 48, prevalentemente vittime di attacchi secondari ed emulativi. Nel 2020 vi è stato un significativo aumento di morti rispetto all’anno precedente: 16 persone uccise e 55 ferite.

L’onda lunga del terrorismo associato al fenomeno “Stato islamico”, ha fatto registrare 146 azioni dal 2014 al 2020: 188 i terroristi che vi hanno preso parte (59 morti in azione), 406 le vittime decedute e 2.421 i feriti (START InSight). Nel 2020 sono aumentati i terroristi recidivi: quasi tre terroristi su dieci. Così come sono aumentati i terroristi già noti all’intelligence (54% del totale nel 2020) e quelli con precedenti penali.

È stato verificato, inoltre, l’aumento del rischio potenziale di terrorismo con l’aumento dei migranti irregolari. Nel 2020 il 20% dei terroristi sono immigrati irregolari. In Francia è aumentato il ruolo degli irregolari nella condotta di azioni terroristiche: se fino al 2017 nessuno degli attacchi era stato condotto da immigrati irregolari, nel 2020 il 40% dei terroristi è un irregolare.

La propaganda terroristica online dello Stato Islamico e di al-Qa’ida durante l’emergenza Covid-19.

Le molteplici attività di propaganda svolte durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, e soprattutto gli attentati di Parigi, Nizza e Vienna, hanno ricordato quanto il terrorismo associato allo Stato islamico e ad al-Qa’ida sia attivo anzitutto attraverso Internet. In particolare, lo Stato Islamico ha confermato una narrazione aggressiva, identificando il Coronavirus come un “soldato di Allah”. Un alleato capace di offrire un’opportunità per colpire gli infedeli, in particolar modo i militari e le Forze di polizia a supporto dell’emergenza sanitaria.

Il concetto e l’importanza della prevenzione e del contrasto

Prevenzione e contrasto all’estremismo violento (PVE/CVE) sono oggi una parte integrante dell’architettura globale anti-terrorismo, ma per essere efficaci e avere una continuità, è necessario un dialogo costante fra ricercatori, operatori sul territorio, forze dell’ordine e legislatori che includa anche una discussione su priorità e aspettative. Misurare i risultati di queste attività rimane un esercizio complesso ma numerosi think tank europei si stanno occupando dell’argomento.

Il contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo attraverso il diritto penale

Per sua stessa natura, il diritto penale antiterrorismo non incide sulle cause della radicalizzazione e del terrorismo. Il ricorso a un diritto penale onnicomprensivo e sproporzionato può anzi produrre effetti collaterali criminogeni. Inoltre, le modalità di esecuzione della pena carceraria prevalenti avrebbero dimostrato la loro inadeguatezza, evidenziando come la radicalizzazione debba essere affrontata come un processo reversibile.

La minaccia terroristica nel Regno Unito: è sempre più difficile identificare, definire, arrestare e condannare

Un esempio di difficoltà nel coordinamento tra attività investigativa, giudiziaria e preventiva è il caso britannico. La complessità della minaccia terroristica con cui si confronta la Gran Bretagna è stata recentemente messa in evidenza da alcuni casi giudiziari che hanno reso vani gli sforzi delle forze di sicurezza e intelligence. Gli eventi terroristici più recenti sono totalmente scollegati dai network terroristici, pianificano azioni talmente casuali e gli strumenti utilizzati dal terrorismo sono così banali che è diventato quasi impossibile riuscire a proteggersi totalmente dalla minaccia. Ciò sta producendo una nuova generazione di radicalizzati che le autorità hanno difficoltà a identificare, definire, arrestare e condannare.

Uno sguardo alle porte dell’Europa: i Balcani

L’attacco terroristico a Vienna, del 2 novembre 2020, ha riportato l’attenzione sulla presenza dello Stato islamico in Europa e i possibili legami nei Balcani, dove sono da tempo presenti soggetti jihadisti, tanto da poter guardare all’area come a un potenziale hub logistico per il jihadismo europeo.

Il Kosovo, piccola nazione dei Balcani occidentali, è uno dei paesi dell’area ad aver fornito il maggior numero di foreign fighter allo Stato islamico. Il Kosovo, nell’aprile del 2019, ha rimpatriato dalla Siria 110 connazionali, divenendo uno dei pochi paesi ad aver rimpatriato propri cittadini ex membri dello Stato Islamico ma lasciando aperta la questione del reinserimento degli ex combattenti terroristi.

Gli altri terrorismi: estrema destra, sinistra radicale e il nuovo fenomeno QAnon ai tempi della pandemia

La pandemia da Covid-19 ha avuto effetti rilevanti anche sulle strategie e le metodologie relazionali e comunicative tipiche sia degli ambienti di estrema destra ed estrema sinistra.

L’estremismo violento di destra si sta evolvendo verso una dimensione transnazionale, mentre sviluppa una preoccupante relazione simbiotica e una stretta interdipendenza con l’estremismo di matrice islamista. La relazione tra i due fenomeni, che si rafforzano vicendevolmente, rappresenta una nuova minaccia per la sicurezza Europea.

Una minaccia per la democrazia è rappresentata, inoltre, dal fenomeno emergente denominato QAnon: il movimento cospirazionista diffuso in più di 70 paesi che presenta un elevato rischio di radicalizzazione in Europa e che, per questo, necessita di un attento monitoraggio al fine di prevenire il rischio potenziale di azioni violente di stampo terroristico.

Grazie a tutti gli Autori che hanno contribuito alla realizzazione di #ReaCT2021. Un ringraziamento speciale va ai due co-editori che hanno contribuito alla realizzazione e alla pubblicazione di #ReaCT2021: Chiara Sulmoni, Presidente di START InSight, e Flavia Giacobbe, Direttore responsabile di Formiche e Airpress.

Claudio Bertolotti – Direttore esecutivo dell’Osservatorio ReaCT

SCARICA IL VOLUME COMPLETO (ITA/ENG)

INDICE DEL RAPPORTO

Prefazione del co-editore Flavia Giacobbe, Direttore di Formiche – Airpress
Flavia Giacobbe

Introduzione: i terrorismi al tempo del Covid-19
Claudio Bertolotti

Numeri e profili dei terroristi jihadisti in Europa
Claudio Bertolott

Sessanta giorni di paura: la lezione appresa
Marco Lombardi

Il contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo internazionale attraverso il diritto penale: problemi e prospettive
Francesco Rossi

La propaganda terroristica online dello Stato Islamico e di al-Qa’ida durante l’emergenza Covid-19
Stefano Mele

Immigrazione e terrorismo: legami e sfide
Claudio Bertolotti

La minaccia terroristica nel Regno Unito
Raffaello Pantucci

Estremismo di matrice jihadista in Europa. Il concetto e l’importanza della prevenzione e del contrasto
Chiara Sulmoni

Le strategie di contrasto alla radicalizzazione violenta: il caso studio
Alessandra Lanzetti

L’attacco di Vienna e la pista balcanica
Enrico Casini

L’esperienza del Kosovo nel rimpatrio dei foreign fighters: lessons learned
Matteo Bressan

Estrema destra ed estrema sinistra in tempi pandemici: alcune riflessioni
Barbara Lucini

L’estremismo violento di destra: il suo carattere transnazionale e i suoi rapporti di interdipendenza con l’estremismo islamista
Mattia Caniglia

QAnon: una minaccia per la democrazia
Andrea Molle

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