PAGANI-8

Il futuro del terrorismo di matrice jihadista. Intervista all’On. Pagani, Commissione Difesa della Camera

Evoluzione della minaccia, strumenti di contrasto e strategia della prevenzione.

Giancarlo Capozzoli ha realizzato, per l’Espresso, un lungo approfondimento con l’Onorevole Alberto Pagani sulle questioni del terrorismo jihadista. Questioni strettamente attuali.

GC: “Il futuro del terrorismo di matrice jihadista. Evoluzione della minaccia, strumenti di contrasto e strategia della prevenzione” è’ il titolo del volume da poco pubblicato di cui Lei, assieme a Andrea Manciulli, Enrico Casini e Nazzareno Tirino, tutti autorevoli analisti e commentatori, è uno dei curatori. Questa pubblicazione, come sottolinea il Ministro della Difesa, Guerini, è uno strumento che può “dare una approfondita riflessione nel nostro Paese su due aspetti rilevali. Il primo è (…quello di….) analizzare l’attuale stato della minaccia terroristica e la sua possibile evoluzione anche in scenari geopolitici e strategici che ci interessano direttamente. L’altro è la volontà di rimettere al centro  del dibattito pubblico nazionale il tema della adozione in Italia di una normativa specifica dedicata alla prevenzione della radicalizzazione jihadista. Gentile Onorevole Pagani, in quanto Presidente della Commissione Difesa della Camera, le chiederei di sottolinearci da dove nasce l’esigenza di questo volume ora.

AP: L’attenzione dell’opinione pubblica e della politica più superficiale, quella che rincorre passivamente il termometro dei sondaggi elettorali e che purtroppo abbonda, è intermittente ed emotiva: ogni volta che i mass media raccontano un nuovo attentato terroristico il dibattito si accende e si accalora, mischiando nel frullatore riflessioni pertinenti e stupidaggini, ma poi il pathos scema rapidamente, e la minaccia terroristica ritorna nell’oblio dopo pochi giorni, quando un fatto nuovo e diverso conquista la prima pagina. Purtroppo anche l’attenzione della politica segue lo stesso andamento, e la necessità di aggiornare gli strumenti per contrastare la radicalizzazione viene declassata dall’urgenza che pareva avere, ad un’istanza come le altre, che può tranquillamente aspettare che venga il suo turno. Di questo passo si finisce sicuramente per abituarsi al fenomeno, come ci si abitua alle catastrofi naturali che ogni tanto funestano il mondo ed il palinsesto dei telegiornali, e si perde di vista la necessità di agire concretamente per contrastarlo. Con questo testo abbiamo pensato di offrire un contributo di analisi e di riflessione che potesse aiutare il lettore, soprattutto se questo è un decisore politico, a liberarsi dei luoghi comuni e dall’emotività estemporanea ed a conoscere un po’ meglio un nemico con cui avremo a che fare ancora per molto tempo. Conoscere il nemico è condizione essenziale per poterlo affrontare e sconfiggere, e studiarlo prima di parlare a vanvera è la prima azione concreta ed utile che possiamo fare per vincere questa guerra… (continua a leggere su L’Espresso)




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