Gli attentatori che hanno colpito la Francia ad ottobre non sono i cosiddetti homegrown cresciuti nelle sue banlieues: la motivazione di questi attacchi è prevalentemente religiosa
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La situazione in Francia è volatile, il Covid-19 monta nel paese, e l’attuale escalation, per essere compresa, necessita di uno sforzo finalizzato a riordinare gli eventi significativi che hanno caratterizzato le ultime settimane
Un libro che si colloca fra la geopolitica, l’slamistica radicale ed il counter-terrorism. Arricchito da una prefazione del Prof. Campanini, uno dei massimi esperti del pensiero politico islamico.
La de-radicalizzazione occupa uno spazio rilevante nel quadro delle varie strategie nazionali e internazionali di contrasto al terrorismo. Gli interrogativi sulla sua efficacia sono legittimi e soprattutto, rispecchiano preoccupazioni concrete, in vista della scarcerazione di numerosi individui già sostenitori e simpatizzanti dello Stato Islamico, di al-Qaeda e altre sigle analoghe e dell’incognita che pesa sul rimpatrio e il reinserimento di ex-combattenti dalla Siria e da altri teatri di guerra.
Il mondo penalistico denuncia da tempo l’inadeguatezza dei programmi di de-radicalizzazione in carcere, dal quale molti escono ancor più de-socializzati. E rimpatriare foreign fighters di ritorno solleva timori per la sicurezza pubblica e può mettere in bilico persino la maggioranza al governo
Lo studio mette in evidenza che, sebbene la recidiva del terrorismo interessi meno del 5% dei terroristi condannati e poi rilasciati al termine della pena, anche un piccolo numero di recidivi costituisce una minaccia molto seria nel breve e nel lungo termine
La presenza della missione francese “Barkhane” e delle altre truppe europee nell’Africa occidentale e nel Sahel finora non è riuscita a fermare l’insorgenza dei gruppi estremisti.