Un libro che si colloca fra la geopolitica, l’slamistica radicale ed il counter-terrorism. Arricchito da una prefazione del Prof. Campanini, uno dei massimi esperti del pensiero politico islamico.
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La de-radicalizzazione occupa uno spazio rilevante nel quadro delle varie strategie nazionali e internazionali di contrasto al terrorismo. Gli interrogativi sulla sua efficacia sono legittimi e soprattutto, rispecchiano preoccupazioni concrete, in vista della scarcerazione di numerosi individui già sostenitori e simpatizzanti dello Stato Islamico, di al-Qaeda e altre sigle analoghe e dell’incognita che pesa sul rimpatrio e il reinserimento di ex-combattenti dalla Siria e da altri teatri di guerra.
Il mondo penalistico denuncia da tempo l’inadeguatezza dei programmi di de-radicalizzazione in carcere, dal quale molti escono ancor più de-socializzati. E rimpatriare foreign fighters di ritorno solleva timori per la sicurezza pubblica e può mettere in bilico persino la maggioranza al governo
Lo studio mette in evidenza che, sebbene la recidiva del terrorismo interessi meno del 5% dei terroristi condannati e poi rilasciati al termine della pena, anche un piccolo numero di recidivi costituisce una minaccia molto seria nel breve e nel lungo termine
La presenza della missione francese “Barkhane” e delle altre truppe europee nell’Africa occidentale e nel Sahel finora non è riuscita a fermare l’insorgenza dei gruppi estremisti.
Pubblicato e disponibile lo studio sulla Rivista trimestrale della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale N.° 4/2019: Contrasto al terrorismo internazionale con particolare riferimento al fenomeno dei foreign fighters
La propaganda terroristica è progettata per perseguire molteplici obiettivi strategici di comunicazione e soprattutto per raggiungere diverse tipologie di soggetti/audience.